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Cronaca
Gudmorning London
Parte 45: Waitangi day: quando le culture si intrecciano
di Laura Bonetti
Le ultime statistiche ufficiali riportano che solo a Londra vivono tra i cinquantamila e centocinquantamila neozelandesi. E’ un numero abbastanza vago dovuto al fatto che molti viaggiano con passaporto europeo o britannico. Di questi molti arrivano durante il cosiddetto ‘gap year’, ovvero l’anno sabbatico che molti ragazzi anglosassoni si prendono dopo la laurea prima di entrare ufficialmente il mondo del lavoro. Alcuni si prendono un visto OE (overseas experience, esperienza oltreoceano) che ufficialmente dura due anni ma molti riescono a rinnovarlo per più a lungo. Allo stesso tempo molti decidono di tornare in madrepatria per far crescere i figli in un ambiente meno caotico e più sicuro.

Ogni anno il 6 Febbraio viene festeggiato il Waitangi Day che commemora la nascita della nazione, avvenuta il 6 Febbraio 1840. Il trattato di Waitangi rese la Nuova Zelanda parte dell’impero britannico, garantendo ai Maori gli stessi diritti dei coloni britannici. Ci sono differenze tra la versione Maori e quella inglese del trattato. I Maori ancora oggi cercano di usare il documento per ‘spingere’ la propria autonomia ed indipendenza.

Questa festa, quasi ignorata in Nuova Zelanda, a Londra diventa motivo di una celebrazione patriottica. Grandi gruppi di neozelandesi girano per Londra con bandiere e travestimenti tra cui quello da pecora, animale simbolo del paese. I festeggiamenti iniziano la mattina presto e percorrono ogni anno una linea diversa della metro. Ci si ferma ad ogni stazione per andare alla ricerca di un pub (pub crawl) fino ad arrivare alle 16 a Westminster per assistere alla Haka, tipica danza Maori, eseguita dagli All Blacks prima dell’inizio di ogni gara di rugby.

Quello che colpisce e’ la determinazione, la coesione e soprattutto lo spirito di patriottismo che viene fuori durante la commemorazione. Proprio perché si vive all’estero si cerca di riprendere delle tradizioni quasi ignorate nel proprio paese d’origine. Forse anche tra noi napoletani che viviamo qui a Londra possiamo notare il voler conservare delle tradizioni che a casa nostra abbiamo quasi dimenticato, come per esempio il pranzo della domenica. Chi l’ha detto che le nuove generazioni non guardano mai al passato?


Colonna Sonora:  All Blacks’ Haka

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