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Cultura
Positano, paese mio
Epitaffi per rivivere
di Alessandra Giordano
Chi, se non Vittorio Pugliese, istrionico amico di tempi caldi e soleggiati, poteva ricordare così, il paese variopinto cresciuto aggrappato sui dirupi di Montepertuso? “Positano, paese mio” è il titolo del volumetto nel contempo agile e ironico, commemorativo e sapiente, descrittivo e immaginifico che l’architetto-poeta-pescatore napoletano ha pubblicato per i tipi de La Conchiglia (€8.50 pagg.148) spinto dall’entusiasmo, stavolta non solo suo, ma degli amici di sempre come Fabrizio Knight o Franco Sersale, Gianfredo Puca, Riccardo Parisio Perrotti e presentato nei giorni scorsi nello spazio della Libreria Marotta in Via Vittoria Colonna. Vizi e virtù di pescatori, commercianti, imprenditori, ristoratori o fabbricanti delle famose “pezze” o semplicemente scemi di paese vengono tratteggiati a ritmo di ballate da un Pugliese ora sadico ora compiacente, ma sempre pronto ad una penna romantica spesso nostalgica, a tratti addirittura velata di lacrime. Vittorio Pugliese, dopo una lunga pausa di riflessione, ha così ripreso un vecchio discorso poetico cominciato anni fa - era l’83 – con “Frammenti di vita”, brevi note in versi che hanno fatto parte all’epoca delle manifestazioni degli Amici del Gambrinus. C’è, in questi più recenti ricordi di momenti sicuramente ameni e svagati trascorsi giù, sotto i portici della Buca di Bacco ad un passo dalla spiaggia grande e con una coppa di champagne (Vittorio, fai ancora quelle acrobatiche capriole?), una Positano che non esiste più, ma che certamente i non più giovanissimi ricorderanno: la Positano del Generale Clark, di Leonide Massine, di Wilhelm Kempf, di Graham Green, di zio Carlino indimenticato e rimpianto ideatore del fantastico San Pietro, dei fratelli Sersale ovvero un occhio alle loro Sirenuse e un occhio alle belle donne! Con prefazione di Massimo Ammaniti e un’approfondita nota introduttiva di Franco Leone, le pagine del libro sono arricchite dalla traduzione interfacciata in inglese “delicata e intelligente” di Joan Callender Cocchiglia e dalle belle foto d’epoca gentilmente concesse da Anna Nespoli.
24/12/2003
  
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