Contatta napoli.com con skype

Cronaca
Gudmorning London
Parte 6 - Luoghi comuni sui londinesi : tutto vero o miti da sfatare?
di Laura Bonetti
Nel nostro immaginario napoletano, il londinese tipo e’ un personaggio “curioso”, pallido, sempre gentile ma che guarda sempre l’orologio, un po’stressato, con una bombetta, il panciotto e l’ombrello sotto il braccio. Chiede “sorry” se solo ti sfiora la manica e arrossisce per ogni minima cosa.
Al contrario, le donne inglesi ci appaiono emancipate, forse troppo, fredde e distaccate nei sentimenti e sempre pronte a battere gli uomini nei round di birra.

In realta’ Londra e’ un vero meltin’ pot e spesso ti trovi in metropolitana con persone provenienti da tutto il mondo, un coacervo di razze e culture, che convivono amenamente e in piena integrazione. Pur sempre nel loro “spazio” pero’. Dal banchiere della City, costretto a viaggiare in metropolitana a causa del credit crunch al ragazzotto indiano che si appresta ad raggiungere il college, tutti (uomini e donne) sembrano ignorarsi a vicenda, indaffarati nel leggere l’ultimo articolo di cronaca su Metro, nell’ascoltare l’ultima hit o nel giocare con il loro Iphone. Un individualismo sfrenato, che sfiora l’eremitaggio, che uccide la socialita’ e che si scontra fortemente con la nostra napoletanita’: noi siamo sempre pronti a fraternizzare, nel bene e nel male.
 
A livello di gentilezza, devo ammettere che i londinesi sono sempre disponibili ad aiutarti: piu’ volte, vedendomi con la mappa in mano e con uno sguardo smarrito mi e’ stato chiesto se avessi bisogno di indicazioni. Indubbiamente l’educazione e la civilta’ appartengono a questo popolo da sempre e lo rendono un esempio della democrazia a livello mondiale.

L’essere di corsa perseguita gli inglesi. Dall’esterno sembra che siano sempre alla ricerca di qualcosa, in ritardo, e che, affanosamente, cerchino di farsi largo tra la folla di turisti.
Le donne manager portano le decolletes in borsa. Per raggiungere il posto di lavoro si muovono in scarpe da ginnastica: servono per rincorrere il bus in partenza o per non inciampare nelle scale mobili della metropolitana. Questo passo frenetico a volte mi fa rimpiangere i nostri ritmi e addirittura la pausa al bar. Inoltre mi chiedo se sia veramente produttivo.  Ah dimenticavo, la pausa caffe’ e la pausa pranzo sono cronometrate o quasi.

Che dire…God save the Queen (e la mozzarella di bufala campana!)!

Colonna Sonora: Underworld, “Born Slippy”
 
15/3/2009
  
RICERCA ARTICOLI