Calcio
Non desiderare la donna e le veline d’altri
I dieci comandamenti nel calcio - 9
di Mimmo Carratelli
(da: Guerin Sportivo )
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Veline, velone, belle, belline e bellone. C’è tanta trippa per i gattoni dei campi di calcio. I calciatori sono gli ultimi sex-symbol. In discoteca, al mare e in tv, sono là a mostrarsi e a farsi desiderare. Sono i Casanova del pallone, i nuovi pirati dei cuori femminili. Dal pressing al petting il passo è breve.
Fare l’amore fa bene all’amore. Quanto fa bene al calcio? Quando si fa? Prima, dopo o addirittura durante la partita? Ezio Vendrame ha raccontato che, escluso da Vinicio in una gara del Napoli a Cagliari, se ne andò in tribuna, corteggiò una donna bellissima e fece l’amore con lei nei gabinetti dello stadio Sant’Elia.
Un noto psicologo ha detto: “Preferisco un calciatore che abbia più donne a chi ne abbia una sola che lo assorbe completamente”. E, allora, vai col tanga.
Per una sola donna perse la testa Valentin Angelillo, uno dei tre angeli argentini dalla “cara sucia”, la faccia sporca dei bucanieri sudamericani. Aveva poco più di vent’anni, e la dinamite nel piede, quando si invaghì di Ilya Lopez vedendola ballare alla “Porta d’oro” di piazza Diaz a Milano. Lei, in realtà, si chiamava Attilia Tironi ed era bresciana. Fu Helenio Herrera ad esiliare dall’Inter l’argentino innamorato perso? Pare piuttosto che Valentin accelerasse il suo passaggio alla Roma perché Ilya aveva avuto un contratto nei night della capitale.
Altri tempi. I calciatori degli anni Sessanta ricordano che, allora, si usava trascorrere in ritiro la domenica sera dopo la partita. Non era ancora arrivato il boom delle discoteche. Nel 1988, il ministro Gianni De Michelis, noto frequentatore di locali notturni, redasse un elenco di 250 sale da ballo “raccomandabili e frequentabili”.
Nereo Rocco aveva affidato a Eugenio Conti, magazziniere e tuttofare del Milan, il controllo notturno dei giocatori. Ma l’uomo era amico dei calciatori e non fece mai una spiata. Boniperti assoldò un maresciallo dei carabinieri in pensione per sorvegliare i discoli juventini. Bruno Pace, uomo di mondo e allenatore comprensivo, dopo averne fatte tante da calciatore, soleva dire ai suoi giocatori: “Se dovete uscire la sera ditemelo, così potrò avvertire il presidente e dirgli che il permesso ve l’ho dato io”.
Ma la donna d’altri? Il desiderio della donna d’altri? L’irresistibile disobbedienza al nono comandamento? Nell’estate del 1967 il brasiliano Roberto Carlos cantava: “Perché mi sono innamorato proprio della donna dell’amico mio”.
Dove correva Gigi la notte del 2 agosto 1993? Correva sulla sua Porsche Carrera 3600 gialla da Cesena, dove aveva concluso un torneo estivo, a Torino. Aveva sostituito una gomma bucata col “ruotino” che lo tradì sull’autostrada all’altezza di Villanova d’Asti. Una sbandata a rischio della vita. Gigi correva da Rita, la donna d’altri, la moglie messinese del centravanti dagli occhi spiritati. S’erano conosciuti sul pianerottolo della casa di lei, in via Tempio Pausania a Torino. Gigi era andato a trovare un altro calciatore, Giorgio Venturin. Erano stati compagni di squadra nel Toro. Rita stava per divorziare dal marito delle notti magiche. Sbocciò un amore fulmineo. La love-story venne fuori quando, nella notte dell’incidente, Rita accorse in ospedale e disse: “Purché Gigi si salvi sono disposta a non vederlo più”. Il procuratore Claudio Pasqualin deluse i reporter rosa: “Esco dai miei confini istituzionali, ma so di poterlo fare per il rapporto tra me e Gigi, che è di amicizia prima che professionale. Vorrei smentire l’esistenza di una relazione tra lui e Rita”. L’accorata smentita venne accolta come una conferma dai cronisti maliziosi. Il centravanti tradito, che era passato a giocare nell’Inter, fece sapere da Appiano Gentile: “Rita non è più mia moglie, per cui non mi interessa quello che fa”.
Fu quando il Fenomeno di Bento Ribeiro andò in crisi che il magnifico esemplare della Guayana olandese, suo compagno di squadra, ne consolò la fidanzata bionda con gli occhi blu. Oh, Susana! Un’altra donna d’altri. Galeotta fu una cena con menù cinese. Amori, calori e calci di rigore.
Il super-abbronzato allenatore di Torsby, un vero fiammifero svedese che s’accende per ogni donna, si appropriò fuggevolmente di una connazionale glamour, ex meteorina all’ora del breakfast londinese, madre di due figli, legata a uno dei giocatori più matti del Regno Unito, incappando nella sua autobiografia sul “Mail on Sunday” in cui lei lo definì “una specie di bagnino romagnolo”, passando poi a sfilare la segretaria bruna e inibita, nonché vaporosa ex fotomodella, a un dirigente della Football Association che perse l’amante e il posto in uno dei più divertenti scandali-sexy del calcio britannico. Donne d’altri. L’abbronzatissimo è un travolgente Attila di letto e di diletto.
Era un autentico pericolo pubblico il sergente di ferro, l’allenatore dagli occhi di ghiaccio, “il tedesco”, capelli corti e volto scolpito, un mastino dell’amore, temuto dai presidenti di calcio perché oltre alla squadra non gli portasse via anche la moglie. Si raccontano storie fiorentine dei tempi dei presidenti Ugolino Ugolini e Vittorio Cecchi Gori. Bella era la figlia di Ugolini, bella Rita Rusic, la moglie di Vittorio. Occhi di ghiaccio fu allontanato da Rita e dalla Fiorentina dopo una sconfitta dei viola contro l’Atalanta. Perdere la moglie è un conto, perdere la partita un altro.
Nutrita è la casistica dell’inosservanza al nono comandamento. Pari e persino superiore al sergente dagli occhi di ghiaccio è stato il bel terzino trevigiano dalla faccia d’angelo, playboy per vocazione, di cui si sono raccontate insidie plurime. In ogni squadra lasciava il segno fluidificando nei letti di mogli conquistate con un sorriso. Un conquistatore che, a fine carriera, sognò un’isola nei mari arabi.
E che dire del sublime Josè Mourinho che il “Sun” accusò di portar via la moglie a un tifoso? Non desiderare la donna d’altri, ma l’attrazione è sempre fatale.
Andava sul campo come un angelo, il passo leggero, la figura eretta, la testa alta. Era il Divino dei tempi di “Grazie Roma”. La sua donna d’altri fu la moglie di un commercialista romano.
Un grande amore e nulla più legò il guerriero lombardo legatosi a un’isola antica e a una donna bionda. Era la moglie di un altro, un ingegnere isolano. Nacque la leggenda della Dama Bionda (per via del montgomery chiaro era stata Bianca la dama di Coppi). Il tackle di Cupido sollevò l’ala sinistra al settimo cielo.
La canzone di Roberto Carlos confuse il più divertente dei brasiliani. Una storia dolcissima, un amore vero, proprio con “la donna dell’amico mio”. I due amici giocavano nella stessa squadra. E lui era un amico buono dal cuore grande. Quando capì, chinò il capo e chiuse il cuore. Anna bellanna. Un’altra canzone (Lucio Dalla). Il brasiliano divertente incontrò la donna della sua vita. Una storia romantica.
Non desiderare la donna d’altri, ma al cuore non si comanda. Il calcio ha raccontato belle favole d’amore cancellando il nono comandamento. Altre volte sono stati capricci, passioni, incontri e scontri. Alla “Mela”, il night di Napoli, Ruud Krol sconvolgeva occhi, cuori e sensi. Bello era in campo, affascinante fuori, un tulipano alto e biondo. Le donne accorrevano al “Miramare” di via Petrarca, un caffè con terrazza sul golfo, a vederlo consumare la prima colazione: cornetto, cappuccino e l’immancabile banana. Ma i pettegolezzi partenopei si fermano a questo senza infrazioni di comandamenti.
Billy soffiò la più bella miss di Riccione allo sciatore-bomba. Ma, a volte, il nono comandamento viene spiazzato dalla crisi della coppia ufficiale, e il nuovo avanza. Ci sono state storie piccanti al tempo del calcio romantico e matrimoni sconnessi. L’esuberante Roberto La Paz, mulatto uruguayano alto due metri nel Napoli di fine anni Quaranta, veniva chiuso di notte in una stanza della Palazzina Rossa, adiacente al campo del Vomero, per imprigionarne le fughe d’amore. Ma lui si calava dalla finestra al secondo piano con una fune.
Se ne potrebbero raccontare tante. Ci sono sempre stati adorabili mascalzoni nel calcio, terzini che abbandonavano l’area di rigore, attaccanti che si sottraevano al pressing del mister, mediani che non facevano solo una vita da mediani. Fluidificavano tutti sulle fasce del desiderio. Adesso è un tran-tran di discoteche, incontri, telefonini e appuntamenti, estati al mare di Sardegna e alle Maldive.
Al tempo del “Morocco” milanese di Bruno Martino, l’amore era una cosa meravigliosa. Poi, il “Tocqueville”, il “Café Atlantique”, l’”Hollywood”, l’”Old Fashion”, i locali notturni milanesi del sex and the city of football, hanno mischiato le carte e le coppie. Amori incrociati in barba a tutti i comandamenti. A Firenze, il “Maracanà”. A Torino, le discoteche “Big” ed “Hennessy”. Il “Gilda”, il “Bella Blu”, il “Joy” a Roma. Non c’è più bisogno di desiderare la donna d’altri. E spesso gli altri sono altri passeggeri. E’ un fantastico tira e molla. Il giro è quasi sempre lo stesso. Le stesse facce di calciatori, le stesse gambe delle ragazze del cinema e della televisione. Spopola un gossip di scarsa eccitazione. C’è come un gioco delle parti a uso e consumo di paparazzi appositamente convocati e di giornali-rosa.
L’ultimo romantico è Baby Face Cassano che ha mandato cinquecento rose rosse a Michelle Hunziker col bigliettino “Tifo per te”. L’amore è un dribbling meraviglioso.