Calcio
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L'analisi statistica di Napoli-Juventus
di Lorenzo Valletta
Reazione, “garra” e lucidità. Sono i tre temi principali che hanno caratterizzato la partita di ieri.

Il Napoli non s’è perso d’animo dopo l’errore di Manolas. Ha ripreso il pallino della gara e ha insistito con caparbietà.
L’anno scorso non capitava spesso: quando gli azzurri subivano un gol, il morale calava a picco. Era il loro Vietnam.

Certo, è ancora presto per dirlo ma la squadra di Spalletti pare essersi calata in una dimensione diversa, rispetto alla stagione gattusiana.

Differenze che - sebbene con tatto e diplomazia - il tecnico di Certaldo ha evidenziato ai microfoni di Dazn: «Gattuso, secondo me, ha fatto un buon lavoro».
E, voltata pagina? «E poi - si tenta di mettere quel contrasto, quel non andare in confusione, perché sotto l'aspetto della personalità, bisogna stare più tranquilli, avere il ragionamento da grandi se vogliamo esserlo», ha concluso il mefistofelico, Luciano.

Va, però, sottolineato che la Juventus giocava senza i diamanti della rosa. Proprio per questo, svilita in qualità ed efficacia, la vittoria sui bianconeri aveva il sapore di un'imperdibile occasione.

Anguissa, una lieta sorpresa
I tifosi napoletani tremavano al pensiero di vedere il clone di Bakayoko, quest'ultimo reo di una stagione drammaticamente penalizzante per i colori partenopei. Centimetri, fisicità e dreadlock hanno fatto sussultare più di un supporter azzurro nel timore che si fosse davvero al cospetto del doppelgänger del mai rimpianto Tiémoué.
Invece, Andre Frank Zambo Anguissa si è rivelato una piacevole sorpresa: appena un allenamento con Spalletti e sul pitch si districava da leader navigato della metà campo.

Veloce, tecnico e intelligente, lo trovavi dappertutto e al momento giusto, in costruzione e in interdizione. Non a caso, il camerunese è stato quello che ha macinato più chilometri sul terreno di gioco del Maradona: 11,193, per l’esattezza.

Napoli ko solo nel possesso-palla
Gli azzurri vincono sul fronte statistico, eccetto che per il dato sul possesso-palla dei bianconeri: 47% a 53%. Per il resto, 23 tiri totali del Napoli, 7 per la Juventus; in porta, 6 a 4; 2,19 contro 1,56, il confronto negli expected gol (xg); 91 a 81, la precisione nei passaggi.

La prima rete, quella del pareggio da parte di Politano, al minuto 56, ha un xg di 0,46, poiché si deve calcolare il tap-in - di facile portata - sulla respinta di Szcesny: 46 volte su 100, un giocatore segna da quella determinata posizione.
La seconda finalizzazione di Kalidou Koulubaly, all’88’, ha un expected gol di 0,88. Si avvicina al 100%, perché il centrale azzurro era, praticamente, a porta libera.

Dal lato bianconero la rete di Alvaro Morata annovera un xg di 0,29: 29 volte su 100 un giocatore riesce a siglare una rete, in quel determinato contesto. Nonostante si trovasse a tu per tu con Ospina, la posizione era abbastanza defilata e, dunque, difficile da trasformare.

Altra caratteristica interessante è il baricentro del Napoli: completamente sbilanciato verso la metà campo juventina.
Si è posizionato, infatti, a 58,61 metri dalla propria linea di fondo, mentre la Juventus, a 39,38.
Cosa vuol dire? Che la matematica, che non mente mai, attesta ciò che si è reso visibile per buona parte del match: la Juventus chiusa in difesa e dietro la linea della palla.
Copione che, nella seconda frazione, non è cambiato. Il centro di gravità degli azzurri è rimasto effettivamente superiore: 55,05 vs 45,85.
14/9/2021
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