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Più forti dello scandalo Juve
di Mimmo Carratelli
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C'è sempre un Juve-Inter o Inter-Juve prima di una partita del Napoli a Firenze, c'è sempre la Juve che, in una sfida a distanza col Napoli, scudetto o Champions in ballo, vince in modo oscuro, e la storia annota gli arbitraggi di Orsato a Milano, tre anni fa, e di Calvarese a Torino, l'altro ieri, che rendono il campionato italiano una scandalosa buffonata, una commedia all'italiana, un film in bianco e nero.
Il Napoli di Gattuso, vittorioso a Firenze (2-0), abbatte ogni ostacolo, elimina ogni trucco, sventa ogni inghippo. Vince sul campo senza ombre.
A Firenze è stata una partita difficile perché la Fiorentina non ha regalato nulla e il Napoli aveva assoluto bisogno di vincere . È stata partita vera, arpionata da un Napoli battagliero, coraggioso, superiore.
Fallita la falsa rimonta della Juve (Del Piero riconosce onestamente che il rigore del 3-2 della Juve sull'Inter non c'era). Bianconeri avanti di due punti sabato, ricacciati indietro dal Napoli domenica. La classifica dice sempre Napoli avanti (76 punti), Juventus dietro (75). Nel prossimo turno Napoli-Verona e Bologna-Juventus. Non dovrebbe cambiare nulla. Il Napoli andrà in Champions, la Juve fuori.
Il Napoli entra in campo a Firenze sotto il peso della fittizia vittoria della Juve sull'Inter. La squadra azzurra non se ne fa condizionare. Ha slancio, sicurezza, determinazione. Domina la rabbia, gioca lucidamente.
La spunta nella ripresa con un Osimhen ancora senza gol ma devastante, con Insigne (una traversa, un palo, un gol e l'assist per il raddoppio), con i centrali Manolas e Rrahmani che hanno spento l'ardore agonistico di Vlahovic (11 gol nelle ultime dieci partite), con Fabian Ruiz e Di Lorenzo che hanno annullato le diavolerie del vecchio Ribery (38 anni, ma ancora scoppiettante), con Meret mai impegnato, con un gioco di squadra di alto livello nello slancio offensivo del primo tempo (224 passaggi completati contro 94!) e la puntuale fase difensiva nella ripresa quando la Fiorentina ha invaso la metà campo azzurra.
Gattuso insiste con Bakayoko (Demme in panchina) e inizia con Politano (Lozano entra nella ripresa). Il barbuto ivoriano non tradisce la fiducia dell'allenatore, tre volte va alla conclusione (fuori, nel primo tempo), regge bene la sua zona, fa ammonire Castrovilli per un fallaccio, contrasta e dà più di una palla buona in attacco.
Alle spalle dei protagonisti del match c'è anche Hysaj con una perfetta tenuta difensiva, slanci in attacco, passaggi sventagliati (86' spazza l'area lanciando con precisione Di Lorenzo), palla tenuta nel finale. C'è Fabian Ruiz con un lavoro continuo, giocando basso e venendo fuori in attacco. C'è la solita gara ardimentosa di Di Lorenzo. C'è l'impegno di Politano.
Il Napoli gioca ormai col 4-4-2, Insigne e Politano bassi, Zielinski seconda punta con Osimhen. Proprio Zielinski pare non essere in partita, stretto fra le linee difensive della Fiorentina, ma è suo il tiro del raddoppio deviato in gol da Venuti.
Vittoria di forza contro una Fiorentina che ha dato battaglia subendo nel primo tempo, salvandosi con la traversa di Insigne (32' su calcio di punizione), venendo fuori nella ripresa con la regia di Bonaventura, l'indiavolato Ribey, l'irriducibile impegno di Vlahovic, gli assalti di Biraghi e poi di Igor, le percussioni di Venuti a destra.
Il bilancio finale è di 19 tiri del Napoli (nove nello "specchio") contro le 7 conclusioni della Fiorentina (tre nella porta di Meret, mai pericolose). Vittoria netta contro un avversario che ha cercato di impedirla a tutti i costi. Cinque ammoniti nella Fiorentina, tutti e tre i difensori a conferma della pressione offensiva del Napoli, espulso dalla panchina il portiere Dragowki (l'animosità viola si è espresso in tutti i modi).
È stata a tratti una partita nervosa per la tensione del match, per l'"obbligo" del Napoli di farcela. Qualche reazione di Osimhen (sotto la tagliola della diffida) senza incorrere nel "giallo". Più nervosi i fiorentini.
Ammirevole è stata invece la calma del Napoli, troppo frenetico nel primo tempo a caccia del gol, la frenesia a scapito della precisione, più tranquillo nella ripresa quando non solo ha risolto la partita, ma ha contenuto "da squadra" l'avversario caparbio e bellicoso.
Sembrava un brutto segno lo 0-0 del primo tempo, ancora più brutto per la traversa colpita da Insigne su punizione (32'), per le due consecutive parate di Terracciano (12' su Zielinski e Fabian Ruiz), per la partita bloccata. Il 3-5-2 della Fiorentina assillava il Napoli che aveva però il merito di giocare non solo di tecnica, ma anche di forza.
Il Napoli del primo tempo giocava nella metà campo viola senza raccogliere alcunché.
Dopo l'intervallo, si poteva temere un Napoli deluso e nervoso, forse in calo perché aveva corso molto nel primo tempo e, intanto, la Fiorentina iniziava in attacco la seconda parte della gara. Ma gli azzurri erano lucidi di testa e forti di gambe.
Ci voleva il Var per chiarire all'arbitro Abisso la trattenuta in area (su corner) della maglia di Rrahmani da parte di Milenkovic. Rigore e suspense. Perché dal dischetto Insigne di destro si faceva respingere il tiro da Terracciano, ma di sinistro insaccava rendendo vana la respinta del portiere (55').
Non era finita, non poteva essere finita perché mancavano quaranta minuti alla fine, il vantaggio era minimo e la Fiorentina non ci stava, reagiva con nerbo costringendo il Napoli ad abbassarsi. Ribery era un ossesso, Vlahovic sempre in agguato non solo con la sua prestanza fisica (1,90), i viola cercavano di sfondare sulle fasce con Venuti e Igor subentrato a Biraghi.
Doveva essere ed è stato un match incandescente. Dopo la traversa del primo tempo, Insigne colpiva il palo (64'). Cuore in gola sino alla fine. Finché Osimhen da destra con un fantastico cambio-gioco lanciava la palla a sinistra, stop e assist delizioso di Insigne per Zielinski che affilava la rasoiata per il raddoppio, Venuti correggeva essenzialmente la traiettoria, era autogol di Venuti (67').
Ora il Napoli con maggiore tranquillità e l'attenzione che non è venuta meno per tutta la partita poteva padroneggiare la gara a quasi mezz'ora dalla fine (compresi i 4' di recupero). Fronteggiava in massa la pressione della Fiorentina, non concedendole una sola occasione-gol. Manolas e Rrahmani a turno bloccavano Vlahovic.
Scattavano i cambi (77' Lozano per Politano, Mertens per Zielinski). Gattuso manteneva sempre nutrito l'attacco. C'era Callejon per Bonaventura (77'), poi Kouame per Ribery (83'), infine Petagna per Osimhen (84'). Il nigeriano usciva dal campo avendo vinto largamente il confronto con Vlahovic.
Il Napoli è saldamente in zona-Champions. Insigne ha punito ancora la Fiorentina (nove gol ai viola). Gattuso sta vincendo l'ultima battaglia. Il Napoli torna da Firenze lanciatissimo verso l'Europa che conta e non fa niente per i due legni (sono dieci pali e sei traverse in campionato, 19 legni complessivi in stagione, Insigne sei pali).
Terza vittoria consecutiva, dodicesima in trasferta, 24 in totale. E, nel girone di ritorno, sono 42 i punti del Napoli, 39 quelli della Juventus. La sentenza Champions è avvalorata da cifre indiscutibili.
FIRENZE FATALE Due volte il Napoli è crollato a Firenze sulla strada dello scudetto. Non solo con Sarri, ma anche ai tempi di Maradona. Ma con Gattuso ha timbrato una grande vittoria.
Campionato 2017-18. Il Napoli batte la Juve a Torino 1-0 con Koulibaly al 90' e avvicina in classifica i bianconeri avanti solo di un punto (85-84). La settimana successiva, la Juve vince di sabato a Milano con l'Inter (3-2) tra mille polemiche, arbitro Orsato. Il giorno dopo, domenica, il Napoli potrebbe ancora restare attaccato, ma perde a Firenze 0-3 (tripletta di Simeone). La Juve va a 88 punti, il Napoli resta inchiodato a quota 84. Nelle restanti tre partite, la Juve conquista due vittorie e un pareggio, come il Napoli. Classifica finale: Juventus 95, Napoli 91.
Nel campionato 1987-88, il Milan vince al San Paolo (3-2) l'1 maggio e sorpassa il Napoli in testa (Milan 43, Napoli 42). È il Napoli di Maradona che, a due giornate dalla fine, potrebbe ancora giocare per lo scudetto. Ma senza Maradona il Napoli cade a Firenze (2-3) mentre il Milan impatta con la Juve (0-0). All'ultima giornata, il Napoli ancora senza Diego perde ancora (1-2 al San Paolo contro la Sampdoria) e il Milan pareggia a Como (1-1). Classifica finale: Milan 45, Napoli 42.
SERIE Il Napoli, nelle partite alle 12,30, è in serie positiva da undici gare (10 vittorie, un pareggio).
ANDATA Anche all'andata, Napoli e Fiorentina si incontrarono alle 12,30. Goleada azzurra (6-0). A Firenze il Napoli giocò alle 12,30 anche nel 2013: Cavani firmò l'1-1.
MEZZOGIORNO Da quando si gioca alle 12,30 di domenica (campionato 2010-11), il Napoli ha disputato 26 partite all'ora di pranzo: 19 vittorie, 3 pareggi, 4 sconfitte. Imbattuto in casa (7 vittorie, un pareggio). In forte vantaggio fuori (12 vittorie, 2 pareggi, 4 sconfitte). La prima volta delle 12,30 fu Cesena-Napoli (1-4) il 26 settembre 2010. In trasferta alle 12, 30 il Napoli ha perduto con Lazio (0-2), Roma (0-1), Bologna (2-3), Udinese (1-3).
GOLEADOR Il cannoniere del Napoli delle 12,30 tra i giocatori ancora in maglia azzurra è Mertens con 11 reti. Seguono Insigne (9) e Zielinski (2). Con un gol: Demme. Lozano, Politano, Manolas, Koulibaly.
FIORENTINA-NAPOLI 0-2 (0-0)
NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Rrahmani, Hysaj; Fabian Ruiz, Bakayoko; Politano (77' Lozano), Zielinski (77' Mertens), Insigne; Osimhen (84' Petagna).
FIORENTINA (3-5-2): Terracciano; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Venuti, Bonaventura (77' Callejon), Pulgar, Castrovilli (66' Eysseric), Biraghi (66' Igor); Vlahovic, Ribery (83' Kouame).
ARBITRO: Abisso (Palermo).
RETI: 55' Insigne, 67' autogol Venuti su tiro di Zielinski.
16/5/2021
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