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La sfida dei guastatori del Vesuvio
di Mimmo Carratelli
(da: Corriere dello Sport del 08.08.2020)
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Andiamo, è tempo di stupire. Ramblas, che rumba. Barcellona-Napoli, eccitante. Ecco l’immenso Camp Nou, primo stadio europeo di Maradona, Diego che andammo a liberare tanto tempo fa dalla morsa blaugrana per farlo Sangennarmando e figlio nostro.
Emozione e nostalgia. Al Camp Nou il pibe correva e stupiva, per fermarlo dovevano rompergli tibia e perone come seppe fare il basco Andoni Goikoetxea, il “
macellaio di Bilbao”, che l’inferno lo inghiotti.
In questo stadio, cattedrale e mito del Barça, stasera vuoto, un abisso che vuole risucchiare il Napoli, presentiamo i nipotini di Diego per un’impresa, un sogno, una favola come riuscivano al pibe. Sono i guastatori del Vesuvio, uno scugnizzo, un belga e uno spagnolo che dovranno far danni.
Ma è soprattutto dallo scugnizzo, Lorenzino Insigne, se l’infortunio e il dolore sono passati, che il golfo mistico e azzurro aspetta il gesto, il coriandolo, la cometa, l‘arcobaleno per sorprendere la fortezza catalana e mandare un bagliore di felicità fino a Castel dell’Ovo e Mergellina calamita
‘e marenare.
Insigne e Lionel Messi, professorini d’orchestra del concerto Champions di questa sera, sono i più attesi al proscenio del match, il napoletanino capitano coraggioso e generoso di un squadra avventuriera e di rapina, l’argentino guida magica di quello che si definisce orgogliosamente “
mas que un club”, entrambi capaci di estrarre il colpo più bello dalla cartucciera dei loro colpi belli.
La partita potrà scegliere altri protagonisti, Luis Suarez, noto uruguayano mordace, e Dries Mertens, il cavallino dei nostri sogni, Fabian Ruiz con la sua folgore mancina e Antoine Griezmann, valorizzato da una clausola rescissoria da 800 milioni e dai riccioli francesi.
Ma tutti guarderemo a Insigne e Messi perché sono quelli che accendono la scintilla del genio in un partita che potrà arruffarsi in un corpo a corpo da girone dantesco, i catalani a nascondere la palla, gli azzurri a tenergli il fiato sul collo, un misto di pressing e forcing, e chi più ne ha più ne metta.
Scalare, raddoppiare, aggredire, perché solo una battaglia generosa, inesausta e arcigna potrà confondere il Barcellona e ingrippargli il giro-palla, il tiki-taka e il toki-tike, i passaggetti, il dai a me che la do a te, da perderci la testa se non si sfrangia a tempo debito e con le misure preparate il supremo merletto catalano.
Andiamo, è tempo di stupire. Perché un sogno così non ritorna mai più.