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Un Napoli bello solo a metà
nel primo anno di Ancelotti
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 03.06.2019)
Atterraggio morbido di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli. Zero tituli e avanti march. In campo tutti gli uomini del re. Ventisei giocatori in pista, nessuna rivelazione. I meno utilizzati da Sarri non sono migliorati e hanno perso di valore. Un Napoli bello a metà. Positivo nella prima parte della stagione, poi fuori rotta.

Ancelotti ha concluso la prima avventura sulla panchina del Napoli conquistando 79 punti, tre punti meno del primo Napoli di Sarri, un punto più del primo campionato di Benitez e dell’ultimo di Mazzarri.

Rispetto all’ultima stagione di Sarri (91 punti) sono andati via Reina e Jorginho, Hamsik il 14 febbraio, Rog ceduto in prestito al Siviglia a gennaio.

Per il primo anno di Ancelotti, De Laurentiis ha speso 92,5 milioni (Fabian Ruiz 30, Verdi 25, Meret 22, Malcuit 13, Karnezis 2,5). Nell’ultimo anno di Sarri, il presidente spese 23,7 milioni (Inglese 10 milioni, dato in prestito al Parma, Ounas 10, Mario Rui 3,7).

Il Napoli ha fatto 12 punti in meno dell’anno precedente. Si è piazzato secondo a -11 dalla Juventus. Nei tre anni di Sarri i distacchi dalla Juve erano stati -9, -5, -4.

Ancelotti ha centrato l’unico obiettivo possibile: la qualificazione in Champions (in arrivo 40 milioni di euro di ricavi). Per il secondo posto, il Napoli non ha avuto rivali (Inter e Atalanta terze a -10).

La squadra ha fatto 44 punti all’andata, 35 punti al ritorno. In casa ne ha fatti 43, fuori 36. Sette le sconfitte: due in casa, cinque fuori. Secondo attacco del campionato (74 gol) dietro l’Atalanta. Terza difesa (36 gol) dopo Juventus e Inter.

Il Napoli ha giocato 52 partite (38 campionato, 2 Coppa Italia, 6 Champions, 6 Europa League). I gol sono stati 92 (74 in campionato, 2 in Coppa Italia, 7 in Champions, 9 in Europa League).

La squadra azzurra è stata la prima in campionato per numero di tiri (550 di cui 292 in porta) e pali colpiti (28). Seconda per possesso-palla (56,3%) dietro l’Inter. Prima per precisione dei passaggi (87,3%).

Record di partite piene per Koulibali (48), seguito da Allan (34) e Callejon (31). I giocatori più sostituiti sono stati Mertens e Insigne (15 volte ciascuno), poi Zielinski (14). Ounas è stato il giocatore con più ingressi in campo dalla panchina (18).

7 DE LAURENTIIS – Qualità imprenditoriali indiscutibili, personalità scontrosa ma di spessore, in quindici anni di calcio ha fatto esperienza ed è passato da neofita a imprenditore di calcio saggio e di assoluto livello. Azzecca il quinto allenatore su sette.
Ingaggia Ancelotti ed è il grosso merito di questa stagione. Senza cospicue risorse, non sballa mai il bilancio (leggero rosso negli ultimi tre anni dopo undici stagioni in attivo). È garanzia dell’assoluta solidità del club. Niente debiti e conduzione corretta. Rinuncia alla follia di prendere Cristiano Ronaldo.

6 ANCELOTTI – Carisma, esperienza, successi. Prometteva molto di più. Ha forse scontato la necessità di vedere all’opera tutta la “rosa” per programmare il secondo anno. Gli esperimenti sono stati continui.
Il 4-4-2 si è rivelato inidoneo per un gruppo più adatto al 4-3-3. Ha arretrato Callejon perdendolo in zona-gol. Ha spesso trattenuto Mertens in panchina e l’ha avuto al massimo solo quando l’ha impiegato con continuità.
Cambi di ruolo per Insigne che ha così perduto la sua specificità di esterno sinistro, peraltro sacrificato nel 4-4-2. Andati via Jorginho e poi Hamsik, ha avuto problemi a centrocampo: Allan non al massimo, Zielinski e Fabian Ruiz sono un ripiego sulla linea dei centrocampisti. Tradito dai deludenti Diawara e Rog.
È stato poco convincente nelle due partite europee decisive. Contro Liverpool e Arsenal, il Napoli è andato in campo senza l’adeguata preparazione alle difficoltà delle gare come ci si sarebbe aspettato da un allenatore particolarmente esperto in campo europeo.
Il tandem in panchina col figlio David non è una curiosità isolata: Conte all’Inter porterà il fratello Gianluca come vice. Per Ancelotti un’alta percentuale di vittorie in carriera 58,9. Record al Real Madrid: 74,79; col Napoli 57,69.

7 MERET – Conferma le doti che lo accreditavano fra i migliori portieri giovani. Fortissimo tra i pali, deve migliorare nelle uscite. Gioca 21 partite (una volta da subentrante) incassando 18 gol.
Imbattuto in 9 gare (7 in campionato, 2 in Europa League). Salta le prime 19 partite per infortunio. Protagonista contro il Salisburgo. Contro l’Arsenal salva tre volte la porta, ma resta impietrito sulla punizione vincente di Lacazette al San Paolo (0-1). Addio Europa League.
Discutibile espulsione per l’uscita su Ronaldo contro la Juve al San Paolo. Sarà tra i protagonisti dell’Italia under 21 di Gigi Di Biagio nell’Europeo di categoria, che si svolgerà in Italia dal 16 al 30 giugno, in concorrenza col sampdoriano Audero.

6 KARNEZIS – Gioca 9 partite e incassa 7 gol. Imbattuto in quattro gare. Un rincalzo affidabile. Dall’Udinese fa da chioccia a Meret.

6,5 OSPINA – Gioca 24 partite (una da subentrante) e incassa 25 gol. In otto gare resta imbattuto. È stato il portiere delle sei partite di Champions, sei gol al passivo. Errore sul gol di Salah preso a Liverpool (0-1), il pallone dell’egiziano gli passa tra le gambe, decisivo però in altri tre interventi. Eccellente tra i pali.

6,5 MALCUIT – Arrembante esterno destro di difesa, ha corsa, è veloce, salta l’uomo, abile nei cross. Deve migliorare nella fase passiva, ma contrasta spesso efficacemente. Ha giocato 27 partite (17 intere, 5 da subentrante, 5 volte sostituito).

7 ALBIOL – Insostituibile regista della difesa, indispensabile per il migliore rendimento di Koulibaly. Ha esperienza e classe. Ha giocato 26 partite (24 intere, una da subentrate, una volta sostituito) con un gol decisivo alla Spal (1-0).

7,5 KOULIBALY – Si conferma difensore di classe assoluta. Meno padrone del settore quando manca Albiol. Ha giocato sotto tono in qualche partita. Dà sempre inizio all’azione ed è in testa alla graduatoria dei passaggi in campionato, primo per palloni recuperati (154). Ha giocato 48 partite piene delle 52 stagionali e segnato due gol (la doppietta nel 3-1 al Chievo).

6,5 GHOULAM – Dopo gli infortuni, rientra alla ventesima partita della stagione (contro il Frosinone). Le presenze sono 21 (11 partite intere, 5 da subentrante, 5 volte sostituito), un gol al Bologna nell’ultima giornata. Nel finale di stagione si è avvicinato alla sua forma migliore. Colpisce un palo.

5 HYSAJ – L’albanese voluto da Sarri ha confermato d’essere un buon difensore, però con limiti tecnici. Meno efficace nelle proiezioni offensive e in difficoltà con i cross. Ha giocato 35 gare (25 intere, 5 da subentrante, 5 volte sostituito).

5,5 MARIO RUI – L’infortunio di Ghoulam l’ha proposto sulla fascia sinistra. Non impeccabile nella fase difensiva. Corre bene in avanti, ma finalizza male. Gioca 31 partite (21 intere, 3 da subentrante, 7 volte sostituito). Un gol decisivo a Ferrara nella vittoria contro la Spal (2-1). In difficoltà a Londra contro l’Arsenal: perde palla e favorisce il primo gol degli inglesi (0-2).

6 LUPERTO – Il giovane corazziere di Lecce (23 anni, 1,90) entra con disinvoltura già alla seconda partita di campionato (3-2 al Milan) sostituendo Mario Rui negli ultimi venti minuti. Gioca 6 partite intere, otto volte subentra, una sola volta è sostituito (15 presenze complessive). Centrale difensivo, se la cava anche a sinistra.

6 MAKSIMOVIC – Con Ancelotti trova più spazio rispetto alle stagioni con Sarri: 28 presenze (22 partite piene, 2 da subentrante, 4 volte sostituito). Gioca spesso al posto di Albiol. Esterno destro quando Ancelotti schiera la difesa a tre.

6,5 CALLEJON – Esterno destro nel 4-4-2 di Ancelotti, si allontana dalla porta e perde la familiarità col gol che aveva nel 4-3-3. A Liverpool, palla alle stelle sul traversone di Insigne mancando clamorosamente il pareggio (79’) che avrebbe tenuto in corsa il Napoli nella Champions. Appena 4 i gol messi a segno (3 in campionato, uno in Europa League) e sei pali colpiti. Le presenze sono 47 confermando d’essere tra i giocatori indispensabili (31 partite piene, 6 da subentrante, 10 volte sostituito). Secondo in campionato per numero di assist (10).

6,5 ALLAN – Distratto dalle voci del possibile trasferimento al Paris Saint Germain, da gennaio perde concentrazione, riprendendosi nel finale di stagione. È stato tra gli azzurri con più presenze (46): 34 partite piene, 7 da subentrante, 5 volte sostituito. Mette a segno un gol contro la Spal (2-1).

6 ZIELINSKI – Mezz’ala offensiva, deve adattarsi a centrocampo, prima da quarto a sinistra, poi in posizione centrale da play che non è proprio il suo ruolo (Hamsik insostituibile per visione di gioco, rapidità nei passaggi, punto di riferimento). In campo 49 volte (27 partite piene, 8 da subentrante, 14 volte sostituito: tra i più richiamati in panchina). Sette gol (sei in campionato, una in Europa League), ma usa poco il tiro dalla distanza che è una sua specialità. Formidabile il gol all’Inter da fuori area. Una doppietta contro il Milan (3-2) calciando di sinistro e poi di destro. Colpisce 4 pali.

6,5 FABIAN RUIZ – Partiti Jorginho e Hamsik, anche lo spagnolo deve adattarsi a giocare da centrocampista, in difficoltà (come Zielinski) nelle fasi di copertura e allontanandosi dalla porta. Rende meglio quando Ancelotti lo cambia di ruolo con Zielinski (Fabian esterno e il polacco nel cuore del centrocampo). Assomma 40 presenze (25 partite piene, 7 da subentrante, 8 volte sostituito). In gol sette volte con doppietta contro l’Inter (4-1). Cinque reti in campionato, una in Coppa Italia, una in Europa League. Colpisce due pali.

6 INSIGNE – Inizio brillante, poi cala. Seconda punta, trequartista, quarto a sinistra. I cambi di ruolo lo disorientano dopo l’avvio interpretato con entusiasmo sotto la nuova guida (Ancelotti) andando ripetutamente a segno. Perde, in pratica, la sua “mattonella” a sinistra dove si esprime meglio. Sono 41 le presenze (21 partite piene, 5 da subentrante, 15 volte sostituito: insieme a Mertens è l’azzurro più richiamato in panchina). Bottino di 14 gol, una doppietta nel 3-1 al Torino (10 reti in campionato, 3 in Champions, una in Europa League). È l’azzurro più decisivo (cinque volte) che firma i gol di tre vittorie e due pareggi: l’1-0 alla Fiorentina, l’1-0 al Liverpool, il 2-1 al Cagliari su rigore, l’1-1 sul campo del Sassuolo, l’1-1 su rigore al Paris Saint Germain. Colpisce 6 pali.

7 MERTENS – Tramontato il 4-3-3 di Sarri, è andato in difficoltà il terzetto dei piccoletti finiti fuori ruolo. Mertens gioca da seconda punta o esterno d’attacco. Inizio difficoltoso. Nel girone d’andata gioca titolare sei partite, otto volte entra dalla panchina, tre volte viene sostituito. Gioca e non gioca anche per metà del girone di ritorno, poi dieci presenze fisse e otto gol di fila. In totale, fra campionato e coppe, 45 presenze (16 piene, 14 da subentrante, 15 volte sostituito) segnando 19 gol (16 in campionato, 3 in Champions), vice cannoniere subito dopo Milik. Una tripletta contro l’Empoli (5-1), una doppietta contro la Stella Rossa (3-1). Decisivo firmando il pareggio con la Roma (1-1) e il gol-vittoria sul Bologna (3-2). Colpisce due pali.

6,5 MILIK – Finalmente risorto dagli infortuni colleziona 47 presenze (23 partite piene, 12 da subentrante, 12 volte sostituito) segnando 20 gol (17 in campionato, uno in Coppa Italia, 2 in Europa League). Il suo rendimento dopo una buona prima metà stagione (10 gol con le doppiette al Parma, al Frosinone e al Bologna) si appanna nella seconda metà (8 gol, ancora una doppietta al Parma, fuori casa). In campionato è il quarto attaccante (dopo Ronaldo, Quagliarella e Dzeko) che tira di più, 98 volte (61 in porta), colpisce 6 pali. Decisivo in due occasioni segnando il gol-vittoria a Bergamo (2-1) e a Cagliari (1-0 su una fantastica punizione al 91’). A Liverpool non completa la prodezza del 92’ che avrebbe assicurato il pareggio al Napoli e il proseguimento in Champions: a cinque metri dalla porta di Allison aggancia di sinistro e tira di destro però debole e il portiere salva con un fianco.

4,5 VERDI – L’ex giocatore del Bologna (27 anni, 1,74), pagato 25 milioni, tradisce le attese, complice anche l’infortunio di fine ottobre a Udine che lo tiene fermo due mesi (tredici partite). Giocando da seconda punta e da esterno destro, non riesce ad imporsi segnando la miseria di 4 gol (3 in campionato, uno in Europa League). Mette insieme 24 presenze (una sola partita giocando 90 minuti, contro lo Zurigo con un gol, 14 da subentrante, 9 volte sostituito).

6 YOUNES – Il tedesco tascabile (26 anni, 1,68), preso a parametro zero dall’Ajax, dopo infinite traversie trova pace e resta al Napoli. La rottura del tendine di Achille lo blocca a inizio stagione ed appare in campo l’8 dicembre contro il Frosinone (quindicesima giornata di campionato) entrando al posto di Ounas negli ultimi venti minuti. Attaccante elettrico, dotato di un dribbling vincente, è presente in 16 partite (nessuna partita piena, 10 da subentrante, 6 volte sostituito), tre gol, segna all’Udinese (4-2), alla Roma (4-1) e a Frosinone (2-0).

5 OUNAS – L’algerino di cittadinanza francese (23 anni, 1,72), ignorato da Sarri (13 sole apparizioni), è l’azzurro col maggior numero di presenze (26) nel primo anno di Ancelotti (nessuna partita intera, con 18 da subentrante è stato il giocatore più utilizzato dalla panchina, 8 volte sostituito). Giocatore di talento, non riesce ad esprimerlo. Mette a segno 4 reti (3 in campionato, una in Europa League). Va in gol contro il Sassuolo (2-0), il Frosinone (4-0), il Parma (4-0), lo Zurigo (2-0).

4,5 DIAWARA – Al terzo anno nel Napoli, la grande promessa guineana si sgonfia. Non cresce in personalità e gioca una stagione opaca sino all’infortunio (piede destro) nella partita di Salisburgo. Salta le ultime 13 partite. Appena 19 le presenze (5 partite intere, 8 da subentrante, 6 volte sostituito).

7 HAMSIK – Gioca l’ultima partita in maglia azzurra sabato 2 febbraio: 73 minuti contro la Sampdoria al San Paolo (3-0), sostituito da Diawara, prima di trasferirsi in Cina. L’ultimo gol lo realizza contro la Stella Rossa in Champions. Nella sua dodicesima e ultima stagione col Napoli conta 19 presenze (9 partite intere, 2 da subentrante, 8 volte sostituito). Lascia, a 32 anni, il più fedele azzurro di sempre, primatista di presenze (520) e di gol (121), 80 partite europee.

s.v. CHIRICHES – In settembre, giocando con la Romania, riporta la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e compare in squadra il 21 febbraio nel match di Europa League contro lo Zurigo. Gioca frazioni di partita contro Sassuolo e Salisburgo, due partite intere contro Chievo e Arsenal e, il 22 aprile, in uno scontro con Zapata (Napoli-Atalanta 1-2), riporta la lussazione della spalla sinistra concludendo la sua stagione sfortunata.

4 ROG – Stagione persa. Prima di essere ceduto in prestito al Siviglia, dove gioca poco, 11 presenze nel Napoli (una partita intera contro il Sassuolo al San Paolo, 7 da subentrante, 3 volte sostituito). Entra dalla panchina due volte per Zielinski, due per Insigne, due per Callejon, una volta subentra a Diawara. Un gol nel 3-0 a Udine.

s.v. GAETANO – Il diciannovenne di Cimitile (1,74) è il primo millennial del Napoli. Nel vivaio azzurro dal 2011. Trequartista ed esterno sinistro d’attacco. Brilla nella squadra Primavera. Gioca 12 partite nella Youth League con 8 gol e 6 assist. Il 26 settembre 2017, sul campo di Frattamaggiore, decide la partita contro il Feyenoord (1-0) segnando direttamente su corner. Ancelotti lo fa debuttare in prima squadra contro il Sassuolo in Coppa Italia sostituendo Milik al 90’. Esordio in serie A a Ferrara contro la Spal entrando al 90’ al posto di Callejon. Gioca nel finale a Bologna al posto di Younes dall’83’.

3/6/2019
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