Contatta napoli.com con skype

Calcio
Anfield, nella fossa dei leoni i nostri belli a mammà
di Mimmo Carratelli (da: Corriere dello Sport del 10.12.2018)
Siccome sta là, davanti al Mare d’Irlanda, e a nord c’è l’Isola di Man con la scogliera più impervia del mondo, ma non sono certo i Faraglioni, e poi perché si definiscono allegri e spensierati, e non cammineranno mai soli, per questo e non è poco Liverpool, città di anguille del fiume Mersey piuttosto che di vongole sotto a Posillipo, si sente un po’ Napoli, e noi glielo lasciamo sentire.

Aggiungono che il loro Vesuvio è Anfield, il ribollente stadio nato da una spianata, come fosse l’Arenaccia, dove c’era la sabbia ora c’è uno stadio (direbbe Celentano), e là proprio non camminano mai soli. A noi - promettono - ci faranno correre nella tempesta che quando ci corri “tieni bene in alto la testa”, così dice You’ll Never Walk Alone, canzone che comprende un cielo d’oro e il canto argentato di una allodola, silver song of a lark, che per i tifosi dei Reds deve essere lark di trionfo.

Andando a Liverpool è inevitabile parlare dei Beatles, ma bisogna precisare che la strada più famosa di Liverpool è una strada di Londra, l’Abbey Road, con le indimenticabili strisce pedonali e i quattro capelloni che ci passano sopra variamente conciati, la più famosa copertina dei dischi famosi dei famosi Beatles.

Esaurito il paraustiello, così detto a Napoli dallo spagnolo para usted, in realtà un incipit improbabile, si va a rendere omaggio con la retorica dei tempi migliori agli eroi azzurri chiamati a sopravvivere ad Anfield, “la fossa dei leoni”, come l’ha definita il presidente De Laurentiis. Ora è noto che, essendo il Napoli una squadra di piccirilli, noi tutti alla Vicaria e al Vomero, al Vasto e alla Sanità, ci auguriamo ‘a fossa mmano e ccreature. L’impresa.

DAVID OSPINA – Di lingua inglese per il soggiorno londinese di quattro anni all’Arsenal, in realtà portiere colombiano con poco Vola Colombia, neanche paragonabile a René Higuita di Medellin, che parava come uno scorpione e andava a segnare come un serpente.
David è piuttosto un portiere piccolo-borghese, alto come un rispettabile ragioniere, la faccia compunta di un compunto contabile, un po’ ramarro e un po’ limon-limonero negli abbigliamenti di gara, affidabile, expert, unieuro batte, forte, sempre. All’andata neanche un tiro dei liverpullessi. Uscite su Mané e Salah e ciao babà.

NIKOLA MAKSIMOVIC – Diego scherzava con Ciro Ferrara: “Hai i piedi quadri”. Nessuno osa scherzare con Maksicono di rispettabile altezza (1,93) e gagliarda reazione serba. Se lo conosci, lo eviti. Difensore da romanzo russo, d’elite e castigo. Fu la sorpresa dell’andata, caposaldo Champions. Contro Manè, mai avanti e sempre indré. Nikola-koka light. Niente zucchero, tutto anidride carbonica.

RAUL ALBIOL – Il signore degli anelli al naso degli avversari. Il valente valenciano. Mai distrattamente abbandunato, l’uocchie ‘ncoppa all’avversario sempre appuntate, mane maneggiate, fiscann’a e stelle ca so’ asciute.
Elegante sul campo come se passeggiasse per Toledo, sempre appriesso all’attaccante, cose ‘e pazze, lo seguirebbe sino a ‘o viaggio ‘e nozze. Leader calmo e tutti i calmi finiscono in gloria. Al San Paolo spense Bobby Firmino: ahò Bobby Firmino dove vai se l’accendino non ce l’hai?

KALIDOU KOULIBALY
– Lothar che ha lasciato Mandrake per mettersi al servizio del Napoli. Nel suo cono d’ombra, gli avversari rimpiccioliscono. Nei contrasti, sfodera la suprema, potente grazia dei neri quando ballano, la forza flessuosa, la padronanza del be-bop and stop, la velocità felpata, la palla rubata. Faccia tonda da bambino, cuore di leone, corsa di leopardo. Al San Paolo, davanti a Kalidou il Liverpool si fermò come davanti al muro del pianto e si piantò.

MARIO RUI – Nella difesa a tre e mezzo, il portoghesino di Sines (in hoc Sines vinces) è inevitabilmente il mezzo (1,68), viscontino dimezzato, ma quanto impegno, quanta corsa, il corriere dei piccoli sulla fascia sinistra, quanti allunghi e rientri, ligio alle consegne dell’allenatore, quel che è detto è fado. All’andata, un partitone contro Sim Salah Bim e il lancio per il quasi-gol di Mertens. Piedino di fado.

CALLEJON – La guida tattica, il navigatore, il valletto della strategia, il co-pilota, il tenutario della fascia destra. Contro gli inglesi, al San Paolo, convincente e devastante, difensore e attaccante, Josè Giuseppe sant’Anna e Maria Callejon, un giocatore multiplo.

ALLAN – Se nella città dei Beatles, Hamsik a centrocampo è il polistrumentista McCartney, Allan è Ringhio Starr. Scatenato. Parte a tambur battente. Famoso per il petting agonistico. Azzeccato agli avversari, li preme e li spreme, li accarezza con vigore, li tocca e gli sguscia, li circonda e li affonda. All’andata, un protagonista capace di mettere a soqquadro l’intero centrocampo del Liverpool. Un soqquadro d’autore.

MAREK HAMSIK
– Il nostro Marek Magnum, tanto gentile e tanto onesto pare, l’Eu Genio Montale della poesia a metà campo, visione di gioco (la sua pelliccia di visione), passaggio a livello dei grandi, centrocampista di grazia ricevuta. Gran partita all’andata, da Milner e una notte. Quando lui gira, girano i compagni come pianeti attorno al Sole. Hamsik-sik-sik l’artefice magico.

FABIAN RUIZ – L’airone. Airon Man. Altezza (1,89) è mezza bellezza. Cavallone andaluso di 22 anni. Non tichitaca, randella. Sfonda e randella. Randella e corre. Mancino portentoso, ultima forza a sinistra, la sinistra che vince.

DRIES MERTENS – Lo scoiattolo belga, il principino fiammingo, il Dries irae, il dos e tres, doppiette e triplette, napoletanamente ovunque guardo in giro i’ veco sulo a Ciro, Ciro Mertens. In credito col Liverpool dopo la traversa centrata col colpo di testa al San Paolo. Capocannoniere azzurro in 29 gare di Champions con 11 centri.

LORENZO INSIGNE – Ha un rapporto carnale con la palla. L’attrae, l’accarezza, la spinge, la tocca, la gira e la rigira e poi la fa andare al settimo cielo e ricadere, esausta e soddisfatta, in fondo alla rete. Il Kamasutra del suo calcio lussurioso. Volteggi e seduzioni. Accende l’arcobaleno delle traiettorie e incanta col lob. Segna di fantasia (Borussia Dortmund, Psg) e di destrezza (Madrid, Liverpool). Spettacolo e gol all’andata. Al 90’. Al limite e ogni limite ha una pazienza, diceva Totò.

9/12/2018
RICERCA ARTICOLI