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Cultura
Roberta Gambarini, la Fitzgerald del 2000
di Adriano Cisternino
L'hanno definita la Ella Fitzgerald del 2000. Roberta Gambarini verrà in Italia da New York solo per pochi giorni (per ragioni familiari) e l'unico concerto lo terrà a Napoli, sabato 15 (ore 21) al Music Art.

Il pianista Hank Jones (non uno qualunque) scomparso nel 2010, ha lavorato a lungo con lei incidendo anche un album, “You are there”, in “duet”, piano e voce. Di lei ha detto che è la migliore voce jazz degli ultimi cinquant'anni.

Ennio Forte e Peppe Reale che la inseguivano da tempo, sono riusciti a portarla sul palco della Torretta con la collaborazione di Antimo Civero, artefice del Pozzuoli jazz festival e amico personale della vocalist che già in estate ha scelto la costa flegrea per le sue vacanze.

Al suo fianco, un trio di musicisti di altro profilo: Francesco Nastro al pianoforte, Giuseppe Venezia al contrabbasso ed Elio Coppola alla batteria, con i quali la cantante torinese proporrà alcuni pezzi del suo ultimo album “Connecting spirits” inciso con Jimmy Heath (altro mostro sacro del jazz) e brani standard della tradizione, ma senza escludere sorprese perché l'inglese, naturalmente, è la lingua prevalente del jazz, ma lei canta anche in francese, spagnolo, portoghese, svedese e... napoletano.

E questo sarà il primo di un prestigioso doppio appuntamento prenatalizio sul palco del MA dove giovedì 20 toccherà la tromba di Giovanni Amato con l'”Hammond trio”.

Nata a Torino, cresciuta artisticamente a Milano, Roberta Gambarini vive da vent'anni a New York dove si è trasferita nel 1998 con una borsa di studio e lì è rimasta costruendo una carriera tutta in ascesa che l'ha vista collaborare con alcuni fra i più grandi jazzisti americani, come Herbie Hancock e Roy Hargrove.

Nel 2010 ha ricevuto il prestigioso Jazz Journalist awards nella categoria “female jazz vocalist of the year”. Molti musicisti e critici d'oltre Atlantico le hanno assegnato con estrema naturalezza la pesante eredità di Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan.

E proprio alla immortale Ella ha dedicato un concerto nel centenario della nascita al Lincoln Center di New York. Resta comunque la voce della “Dizzie Gillespie big band” con la quale ha girato il mondo.

Lionel Hampton era ormai su una sedia a rotelle quando la sentì cantare e la invitò, anzi la precettò per il suo festival di Idaho a lui intitolato, dove conobbe Hank Jones con cui avrebbe avuto una intensa collaborazione.

La sua presenza ha movimentato tutto l'ambiente jazzistico cittadino che non si è lasciato sfuggire l'occasione per mettere in piedi altre iniziative.

Domenica 16, il giorno dopo il concerto al MA, la Gambarini terrà una Masterclass al centro “Voci e dintorni” di corso Vittorio Emanuele 128. E non finisce qui perché martedì 18 la Gambarini sarà allo storico locale dei “Damiani” per una conversazione sul jazz dal titolo “Napoli-New York stesso parallelo”, accompagnata da Ivan Dalia, il pianista non vedente che però ama definirsi “fortista non guardante”.

9/12/2018
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